La vita militare femminile – a differenza di quello che in molti erroneamente possono pensare – è la stessa che vivrebbe un uomo in esercito. Questo vuol dire che entrambe le figure sono sullo stesso piano, senza distinzione di sesso.
È che le donne nell’esercito – sotto l’aspetto personale – potrebbero viverla diversamente rispetto ad un uomo. Ma i piani futuri di una ragazza o giovane mamma quale potrebbe essere una soldatessa, non pregiudicano l’arruolamento in esercito.
Vita militare femminile: come viene vissuta da una soldatessa
Come spiegavamo inizialmente, la vita militare femminile è prettamente identica a quella di un uomo. Al di là dell’interesse verso lo stipendio di un militare italiano, quel che conta è certamente la passione per la divisa e l’interesse verso determinate mansioni da portare a termine.
A proposito di mansioni, cosa fanno le donne nell’esercito? Vediamo dettagliatamente il ruolo che il sesso femminile avrebbe come militare:
- Addestramento e formazione: nessuna differenza rispetto ad un soldato uomo. Sia la scuola di addestramento che i corsi di formazione sono gli stessi del sesso maschile. L’unica attenzione cautelativa differenziante per la donna, è qualora qualcuna che frequenta il corso è in stato di gravidanza.
- Impiego militare femminile: possono indossare la divisa indistintamente genere maschile e femminile, tutti i soggetti che superano i concorsi i militari con i requisiti e i voti espressamente richiesti.
- Professionalità operative: il personale militare femminile può esser impiegato come pilota d’aerei e di elicotteri, come equipaggi di carri armati, sottomarini, e nel monitoraggio del territorio e come responsabili di noti Porti presso le coste del Paese.
- Missioni all’estero: negli anni la Difesa Italiana sta cercando di arruolare per la maggiore, Ufficiali di Staff e Osservatori militari di sesso femminile, in missioni a carico dell’ONU.
Donne nell’esercito: tutte le opinioni, i pro e i contro di una soldatessa
Tornando a parlare di vita militare femminile ma questa volta sotto l’aspetto personale, preme sollevare quelle paure ed insicurezze che una soldatessa potrebbe avere agli inizi della sua carriera.
La leva militare delle donne in Italia inizia oramai 22 anni fa. Scorreva l’anno 2000 quando sulla Gazzetta Ufficiale apparve il Decreto Legislativo 31 gennaio 2000, n. 24.
È normale che quando si è in cerca di opinioni inerenti alle donne nell’esercito, potrebbero nascere degli argomenti e teorie contrastanti. Nella maggior parte dei casi, oggigiorno la gerarchia militare – salvo alcuni casi rari – è formata da competenza e professionalità, motivo per cui poco importa il genere sessuale, ma la passione per la divisa.
Sicuramente agli inizi il mondo militare ha dovuto affrontare uno “shock culturale“, ma grazie all’integrazione da anni favoreggiata dal nostro Bel Paese, l’adeguamento al mondo militare femminile è stato visto (quasi subito), di buon occhio.
Ancora poco chiara la questione sulle donne militari con il ciclo. La condizione durante il periodo di mestruazioni è devastante. Non a caso Unarma Associazione Sindacale Carabinieri ha proposto il “congedo mestruale previa prescrizione medica“.
Tale documentazione non solo consentirebbe di vivere nel migliore dei modi la vita militare femminile durante quei “giorni rossi“, ma soprattutto consentirebbe allo Stato italiano di acquisire maggior credibilità, visto che il nostro Paese è fondato essenzialmente sui “Diritti e sul Lavoro“.
Credi che la vita delle donne nell’esercito italiano sia così tragica come erroneamente spesso si pensa? Ci piacerebbe sapere un tuo parere al riguardo.